lunedì 22 settembre 2014

L'uomo nella libreria

L’uomo era accanto a me, nella libreria. Allampanato, ben vestito, capelli neri e lisci divisi dal bianco della scriminatura. Aveva una grossa busta gialla sotto un braccio e un libro tra le mani, sembrava che l’avesse raccolto a casaccio dalla pila. L’uomo si guardò attorno, sbirciò sopra la mia testa e ai lati delle mie orecchie; oltre le mie spalle, il commesso era indaffarato ad ammucchiare libri dentro un carrello della spesa. L’uomo tirò fuori una biro dalla tasca interna della giacca e scarabocchiò in fretta qualcosa all’interno del libro aperto. Richiuse il libro, lo posò sullo scaffale, e rificcò rapidamente la biro in tasca.
Quando si accorse di me, ebbe un sussulto, mi scrutò con due piccoli occhi arrossati e acquosi, come volesse e non volesse piangere. Balbettò qualcosa: “Dovevo farlo… oggi… ho avuto una giornata… sa… una di quelle giornate terrificanti… mi dispiace…”. Con la mano libera strinse forte il bordo della busta. Stava tremando. Vidi l’etichetta incollata vicino alla chiusura del plico: Azienda Sanitaria Ospedaliera ASL 1. E sotto la dicitura: Referto Esame Istologico.
Non sapevo come comportarmi. Divenni invisibile. Poi cercai il suo volto, ma lui era già uscito dal negozio. Presi il libro e cominciai a sfogliarlo. Sembrava intatto, ma nello spazio vuoto sull’ultima pagina, subito sotto il paragrafo conclusivo, l’uomo aveva scritto qualcosa. Poche parole incise sulla carta. C’era scritto, IO VOGLIO VIVERE.

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