giovedì 13 giugno 2013

Il grido

- L'hai sentito?
- Che cosa?
- Chi gridava?
- Non so.
- Ma l'hai sentito?
- Non ci ho fatto caso.
- Qualcuno ha gridato.
- Può darsi.
- Com'è possibile che tu non l'abbia sentito?
- Ero sovrappensiero.
- Vuoi scherzare?
- Stavo pensando a quello che devo fare domani.
- Pensavi a domani... così non hai sentito il grido.
- Può darsi.
- Può darsi?
- Voglio dire, sei sicura che qualcuno abbia gridato?
- Pensi che me lo sia sognato?
- Non so.
- Ho sentito un grido, un grido terribile. Non è una cosa che ci si può inventare.
- Va bene, allora qualcuno ha gridato.
- Non devi dirmi di sì tanto per dire.
- D'accordo. Chi può essersi messo a gridare con questa nebbia? Qui a parte noi non c'è nessuno.
- Non si vede niente ma tu sai che non c'è nessuno.
- Lasciamo perdere. Sbrighiamoci, questa nebbia mi fa venire i brividi.
- E il grido?
- Smettila con questa storia. Supponiamo che il grido ci sia stato. Cosa possiamo fare?
- Quindi non t'importa. Non vuoi sapere cosa è accaduto. E se qualcuno fosse in pericolo?
- Ti ripeto, sono certo che non è successo nulla.
- Già, perché in realtà il grido è una mia fantasia, no? Ho gridato a me stessa, è accaduto tutto dentro la mia testa. Sarà un segnale d'allarme, una specie di avvertimento per... chissà che cosa. Dimmelo tu, che cosa.
- Allora ti sei convinta che in mezzo a questa nebbia ci siamo soltanto noi.
- Non hai capito, l'ho detto solo per provocarti. Comunque non mi hai risposto.
- Adesso andiamo. La nebbia è sempre più fitta, e sta cominciando a fare buio.
- Vuoi andartene così. Eppure l’ho sentito.
- Dài. Non senti freddo? Metti il mio maglione.
- Perché non mi credi?

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