venerdì 13 settembre 2013

Minimalia - 2

Selezione di appunti, frammenti, visioni liberamente tratte dalla pagina Facebook del blog
(23 luglio 2013 – 12 settembre 2013)

Recupero della sovranità monetaria e revisione strutturale del sistema della spesa pubblica: SIMUL STABUNT, SIMUL CADENT.

Chi afferma "ricominciamo a stampare le lire, poi faremo le altre cose: dimezzamento della pressione fiscale, semplificazione degli oneri burocratici, ripristino dei controlli preventivi di legittimità sugli atti pubblici, investimenti statali per favorire la ripresa strutturale e non per creare lavoro buro-indotto, etc." non sostiene forse una posizione CAPOVOLTA, ma specularmente MOLTO SIMILE, a quella di chi raccontò "cominciamo dall'unione monetaria, poi faremo le altre cose: l'unione fiscale, politica, etc."?
Entrambe le posizioni assegnano a una specifica moneta POTERI TAUMATURGICI.

Il DEMENZIALE ABUSO dell'imposizione fiscale diretta e indiretta, il DEMENZIALE ABUSO dell'indebitamento privato, il DEMENZIALE ABUSO di posizione dominante nella gestione dei servizi essenziali in mano a Oligopoli o Monopoli: tutti questi fattori concorrono a generare INFLAZIONE.
Suddetta INFLAZIONE, con buona pace di Monti & Co., è perfettamente, e dolorosamente, COMPATIBILE con la DEFLAZIONE SALARIALE, ossia l'abbassamento dei livelli retributivi (per l'esattezza, in quelle vaste aree del mondo del lavoro dove non sono, o non sono più, PROTETTI).

Con 8.500.000 voti, il 25% alle politiche, in Parlamento M5S conta poco o nulla.
Già, però anche il Parlamento nel suo insieme conta poco o nulla, dato che è da parecchie legislature che le leggi le fa il Governo (su delega o per decretazione d'urgenza).
Già, però anche il Governo, nella cornice attuale dell'Eurozona, conta poco o nulla, se per "contare" si intende qualcosa di più e di diverso dall'aumentare imposte o travasarle da un contenitore all'altro.

A che cosa ci dobbiamo aggrappare, oggi?
All'onestà intellettuale, al disprezzo per la demagogia, alla fatica del concetto, al pragmatismo.
Sono queste, oggi, le posizioni davvero RIVOLUZIONARIE.

La classe politica e dirigente che per malafede (e in parte, forse, anche per ignoranza) ha "svenduto" il tessuto produttivo sano del Paese all' "eurosistema" è LA MEDESIMA che avalla lo stato di polizia fiscale montiano e si tiene ben stretta - per interessi di bottega - il peggio della burocrazia interna, arroccata nei suoi intoccabili privilegi, le molteplici forme di parassitismo locale peraltro cresciute esponenzialmente in regime di eurozona: come è stato implementato nel recente passato da codesti governanti - senza che, è pacifico, vi fossero costretti dal vincolo esterno - il principio di sussidiarietà, raccomandato dai trattati europei, nella proliferazione delle società partecipate? Davvero non ci sarebbero margini di manovra dentro l'eurosistema? Peraltro si devono additare e perseguire continuamente capri espiatori (gli evasori fiscali, addirittura i tassisti come problema nazionale, memento...) o escogitare provvedimenti risibili (lavoro) o nuove alchimie contabili. Non si possono quindi dispensare in giro ASSOLUZIONI usando il vincolo esterno come ALIBI, altrimenti ci si risveglierà fregati più e peggio di prima. E' evidente che consegnare l'eventuale sovranità monetaria a QUESTA truppa parlamentare-governativa non risolverebbe UN SOLO problema strutturale del Paese, e non è detto che non ne creerebbe di nuovi...
(per quelli che potrebbero accorgersi di stare lavorando per il nemico)

Il rapporto tra Stato e Mercato deve essere ricostruito da capo. Attualmente stiamo sperimentando il peggio di entrambi.

La modifica all'art. 138 Cost. vorrebbe portare l’intervallo delle delibere delle due Camere da tre a un solo mese; accorciare quindi i tempi previsti per l'approvazione di una legge costituzionale.
Perché mai? Come al solito, si parla d'altro per non parlare delle questioni reali.
Il punto, ancora una volta, non sono le procedure, ma le idee, la sostanza delle cose: quando hanno voluto modificare la Costituzione (Riforma del Titolo V, art. 81 per "l'equilibrio di bilancio") l'ampio consenso parlamentare previsto dall'art. 138 è stato trovato senza grossi patemi. Peraltro, il Parlamento è afflitto da una cronica incapacità di legiferare, l'attività legislativa di fatto è trasferita da tempo al governo, su delega o attraverso decretazione "d'urgenza" poi ratificata dalle due Camere. L'art. 138, con questo vulnus della democrazia rappresentativa, non c'entra nulla.
Allora perché mettere mano proprio oggi a quell'articolo? Esso rappresenta, comunque, la roccaforte grazie alla quale la Costituzione difende se stessa da manipolazioni troppo facili.

"Ristrutturazione del debito pubblico" è un'espressione molto educata, patinata, cosmetica, che fa pensare a qualcosa di buono, come quando si ristruttura una casa, per ammodernarla, metterla in sicurezza, migliorarla.
In realtà, all'interno dell'euro, significa bancarotta certa.
Fuori dall'euro, significa svalutazione massiva della moneta, la quale non è facilmente prevedibile se comporterebbe o no la bancarotta.
In entrambi i casi, "ristrutturare" non è cosa gradevole, né auspicabile.

B. come "imbucato" al party della sinistra eurista: doveva rovinarla, la festa; in realtà si è rivelato un intruso assai comodo come "nemico pubblico numero uno", impareggiabile arma di distrazione di massa. Oggi, tra Forza Italia Reloaded e Lega riformattata in chiave "anti-euro", dà la sensazione, ancora una volta, di poter vincere alle urne a mani basse, tra lo sconcerto dei benpensanti, per poi - chissà - trattare la non-belligeranza con il Pude talebano...
Gli italiani sono assuefatti alla tifoseria, non c'è golpettino che tenga: indimenticabile quello sotto spread del "FATE PRESTO!", con tanto di festeggiamenti di piazza; poi sono arrivati i tecnici, quelli veri...
NO APOLOGIZE for B., BUT... che la sinistra eurista se lo tenga ben stretto: senza di lui, come potrebbe farcela, nonostante tutto, a tirare avanti?
Ma allora... la sinistra NON-eurista? MISSING.
E d'altronde gli italiani di quell'altra cosa là, che comincia per C..., qualunque sia la forma partitica assunta da un'eventuale sua reincarnazione, l'hanno fatto capire più di una volta: non ne vogliono proprio sapere.

La CERTEZZA DELL'IMPUNITA' è il sostrato psicologico, la "tonalità emotiva" di tutti coloro che negli ultimi vent'anni almeno hanno partecipato e contribuito, in cambio di credibilità internazionale e posizioni di potere e prestigio, allo smantellamento dell'Italia. Perfette nullità collaborazioniste, messe sugli altari a Roma per un annetto o due a "riformare" su commissione, spesso e volentieri con l'aura dei "tecnici", e poi lasciate scivolare, a missione compiuta, nel dimenticatoio mediatico.

Ecco il "grandioso disegno dell'Unione Europea": anzitutto, grazie a un partito collaborazionista, sottrarre il ciclostile all'intera classe politica nazionale, così da costringerla a raccattare soldi in giro elemosinando, vessando, tartassando, sforbiciando, a seconda dei casi; fino al punto di farle perdere il consenso persino dei tradizionali allevamenti di voti, non più nutriti a sufficienza; così da forzarla a mollare - essendo ormai da un lato definitivamente invisa all'intera popolazione stremata e dall'altro allettata da ruoli chiave nelle svendite interne e negli affari internazionali - la restante sovranità nazionale (il che sarebbe pure visto come "liberatorio" dalla popolazione) a... A CHI?

La Costituzione della Repubblica Italiana, nel Titolo III sui Rapporti Economici (artt. 35-47), non propugna "la lotta contro il capitalismo tout court", e non può essere forzata su tale posizione, a meno che non si vada a precisare esattamente di "quale" capitalismo si sta parlando.

Un'assemblea costituente europea è impossibile per il semplice fatto che non esiste un potere costituente popolare europeo.

Non esiste un'entità identificabile come "il popolo europeo". Esistono piuttosto popoli europei eterogenei, ancor oggi - in maniera più o meno "politically correct" - reciprocamente indifferenti se non ostili, che hanno passato secoli e secoli a scannarsi a vicenda.
Manca quindi il presupposto fondamentale per una governance unica europea democraticamente legittimata ad attuare politiche comuni o coordinate economiche, industriali, fiscali, del lavoro.
Si procede al contrario, a passi spediti, verso una governance unica europea minima o pro forma, e alla liquidazione delle sovranità nazionali a favore di soggetti sovranazionali "non politici".

Il processo avviene attraverso il superamento - per rigetto da parte del corpo elettorale - delle classi dirigenti politiche nazionali, messe nelle condizioni non di potersi più perpetuare come macchine per la costruzione del consenso tramite la spesa pubblica a debito, bensì ridotte al ruolo di privilegiati e implacabili esattori.
In questa prospettiva, M5S svolgerebbe in Italia la funzione di "facilitatore" del processo.

Un'obiezione di fondo all'economia pianificata di Stato è che, storicamente (ulitmi trent'anni?), la dirigenza politica nazionale, per combinazioni di interessi e meccanismi di selezione interna, si è dimostrata del tutto incapace di tutelare o programmare UN SOLO settore attualmente o potenzialmente STRATEGICO per il Paese; bravissima, al contrario, nel fare "affari" e nell'allevare sacche CLIENTELARMENTE utili al proprio tornaconto.
Perché domani dovrebbe essere diverso?
Una posizione statalista o dirigista che non sappia dare una risposta concreta a questa domanda e preferisca eluderla puntando il dito "contro il Mercato cattivo" è destinata a rimanere intrinsecamente debole.

L'unica deflazione buona è quella morta.

Continuiamo a vivere immersi in una micidiale impasse:
dobbiamo riappropriarci delle chiavi di casa, non dobbiamo riconsegnarle a QUESTI.
Una via d'uscita? Deve essere chiaro anzitutto che il nodo gordiano non si scioglie, si recide.

Una storiella pescata in Rete... uscire dall'euro è necessario, ma può bastare, senza un nuovo piano industriale, a risolvere questa situazione?
"inizio' la sua giornata molto presto, quando alle sei in punto suono' la sua sveglia MADE IN TAIWAN. Mentre attendeva che bollisse l'acqua nella sua bella teiera MADE IN CHINA, si raso' con il suo rasoio elettrico MADE IN HONG KONG. Indosso' una bella camicia a fiori MADE IN SRILANKA e un bel paio di pantaloni di marca MADE IN SINGAPORE, poi le comode scarpe MADE IN KOREA. Si preparo' un tost con il suo tostapane automatico MADE IN MALAYSIA e si mise a far conti con la sua calcolatrice MADE IN USA per verificare quanto avrebbe potuto spendere quel giorno. Sincronizzo' l'ora del suo orologio MADE IN JAPAN con il segnale orario della radio MADE IN INDIA, sali' nella sua bella auto MADE IN FRANCE e parti' - come peraltro tutti gli altri giorni - alla ricerca di un buon lavoro nella sua bella e amata Italia. Giunta sera, al termine di un'altra giornata avvilente ed infruttuosa, decise di rilassarsi un po'. Indosso' le sue ciabatte MADE IN BRAZIL, prese dal frigorifero MADE IN THAILANDIA una bella birra ghiacciata MADE IN GERMANY e accese la televisione 26 pollici MADE IN INDONESIA. Mentre osservava stancamente il notiziario CNN, pensava e non riusciva a capire per quale maledetto motivo non riusciva a trovare un lavoro in Italia."

Tesi:
la prospettiva sovranista è la sola capace di contrattaccare alla devastazione sistematica del tessuto produttivo delle PMI e del "made in Italy".

Domanda:
la Tesi incarna una posizione di destra o di sinistra?

Risposta:
mentre la Tesi è con tutta probabilità corretta, la domanda successiva esprime uno scrupolo privo di significato, utile al massimo per futili distinguo, oziose divagazioni, sterili polemiche.

Conclusione:
destra e sinistra sono categorie vuote.

Oggi "destra" e "sinistra" sopravvivono in due contesti, quello dell'elucubrazione accademica e quello propagandistico-elettorale; trattasi in realtà di categorie ormai vuote, fardelli per il pensiero, gabbie mentali per le quali sarebbe d'uopo la messa al bando dal vocabolario politico.
Il concetto di Sovranità è neutro rispetto a tali distinzioni inservibili, riferendosi a un potere o somma di poteri (o funzioni).
Il concetto di Nazione deve essere sdoganato, in quanto finalmente non più problematico: una comunità di individui che condividono elementi quali linguaggio e cultura (espressioni storiche di un grado minimo di omogeneità etnica), delimitazione territoriale (confini), riferimento a una medesima Costituzione (patto sociale).

Esiste una soglia di sopportazione collettiva all'aumento delinquen-demenziale della pressione fiscale complessiva?
Stando alle reazioni del popolo italiano, parrebbe di no.
Un giorno ci sveglieremo: le tasse dirette e indirette saranno arrivate a quota 100% dei redditi, i risparmi pregressi saranno finiti.
Impugneremo il telecomando, e seduti in poltrona davanti al televisore, apprenderemo dal Tg che sono stati istituti, per decreto legge, i pagamenti delle imposte in natura.

L'entrata nell'Euro è stata una trappola, ma anche l'uscita potrebbe diventarlo.

Chi dovrebbe gestire l'uscita eventuale dall'Euro? Perché il Come lo si farà dipende essenzialmente da questo (uscire "da destra" o "da sinistra" è una formulazione vuota del problema). Dunque, qualcuno ha in mente i nomi e i cognomi dei "gestori del processo papabili"? Quelli che partecipano all'attuale governo? Gli attuali oppositori in parlamento? I primi non lo farebbero certo spontaneamente, ma solo per conclamato calcolo elettorale oppure se costretti dagli eventi. I secondi forse pure. Dubito che entrambi non ci consegnerebbero a una situazione ancora peggiore (anche se per motivi diversi) dell'attuale.
Non ci sono scorciatoie rispetto alla costruzione, ancora possibile, di una nuova classe politica e dirigente nel Paese, la quale dovrà gestire il processo, che si imporrà come necessario.