venerdì 24 aprile 2015

Ritratto di una depressione (parte terza)

La giovane donna depressa aveva, così si era espressa senza mezzi termini nel corso di una seduta di psicoterapia, archiviato negli ultimi mesi le frequentazioni a suo dire del tutto effimere dell’adolescenza e giovinezza, le “amiche di vecchia data” – aveva sottolineato l'espressione con un tono sarcastico della voce, inoltre in quel medesimo istante aveva messo l'espressione tra virgolette con il gesto delle dita mentre la pronunciava di fronte alla psicoterapeuta - le “amiche di vecchia data” che a differenza di lei si erano tutte sistemate da tempo con un uomo una volta per tutte, “amiche” per le quali, assediate com'erano dalla quotidianità dei rispettivi mariti e pargoli, la depressione era un lusso che non si potevano concedere, frase che una delle suddette “amiche di vecchia data” aveva pronunciato – senza dubbio per rappresaglia nei confronti della donna depressa - nel corso di una telefonata attraversata da una corrente sotterranea di impenetrabile ostilità reciproca, raggiungendo lo scopo di trapassare emotivamente da parte a parte la giovane donna depressa.

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