venerdì 19 luglio 2013

Minimalia - 1

Selezione di appunti, frammenti, visioni liberamente tratte dalla pagina Facebook del blog
(8 gennaio 2013 – 18 luglio 2013)

Prima Legge della Scienza Politica:
Per creare un campo gravitazionale, e quindi esercitare forza attrattiva ed aggregativa, un soggetto politico deve prima possedere massa o energia.

Le parole sono importanti.
Per confonderci le idee e fregarci, ne hanno prese alcune tra le più pregiate e le hanno screditate per decenni.
Le hanno fatte ammalare.
Ora sta a noi diventare chi un medico, chi un infermiere, chi un fisioterapista, e metterci tutta la nostra intelligenza, tutto il nostro impegno, per riabilitarle:
costituzione, patria, statalismo, lira, protezionismo, politiche demografiche, certezza della pena.

Devono ancora far digerire del tutto il superamento definitivo degli stati nazionali UE e delle loro costituzioni democratiche verso "The Big Nothing", non gli Stati Uniti d'Europa (che non interessano a nessuno), bensì quell'agglomerato sovranazionale, non elettivo e in apparenza caotico di commissioni, consigli, comitati d'affari... Per farlo devono ridurre, uno dopo l'altro, ciascun stato nazionale al ruolo circolare di debitore-(tar)tassatore, in modo che i cittadini alla fine siano favorevoli a sbarazzarsene, non vedendo in esso altro che un fardello inutile e ostile.

Schiacciato tra governi eterodiretti e presidenzialismo di fatto, il parlamento italiano non conta più nulla.
Tempo perso, quattrini persi, elezioni perse...
E' un paradosso apparente: un'azione politica efficace è possibile, oggi, soltanto all'esterno del Palazzo.
Chi sarà in grado di condurla?

Alla fine, chi è più colpevole? Chi, per proprio interesse, ha teso la trappola, oppure chi, sempre per proprio interesse, vi ha fatto cadere dentro un'intera nazione?

Una "Exit Strategy" dall'Euro che fosse limitata alla questione del ripristino della sovranità monetaria, senza i necessari complementi in termini di "bonifica" dell'attuale classe politica e dirigente, costruzione di un nuovo – e al tempo stesso “antico” - paradigma di politica economica ed industriale, di organizzazione dello Stato, della burocrazia e del fisco, è semplicemente destinata a un rovinoso fallimento.

Il disco rotto del "dovete fare i compiti a casa, è l'Europa che ve lo chiede", Europa che in realtà più che chiedere ordina, il che è già di per sé schizofrenico, in quanto vorrebbe dire che l'Italia, che in teoria dell'Europa dovrebbe fare parte, ordina a se stessa qualcosa; ecco, questo martellante diktat "esterno", in tutti questi anni non è servito a risparmiare neppure un euro di spesa clientelare, che al contrario è pure aumentata (“non s'è mai visto un tacchino infilarsi nel forno da solo”); piuttosto, ha giustificato una specialissima "disciplina della stabilità", basata su svalutazione dei redditi fissi e deflazione per decreto legge.

Appunto mentale sulla seguente ipotetica equazione:
modello tedesco di (minijob + Hartz IV) = fonte d'ispirazione per gli sponsor nostrani del reddito di cittadinanza.
Se le cose stanno così, occorre fare molta, molta attenzione.

Devono essere rigettati con fermezza ipotetici istituti di welfare quali reddito di cittadinanza o reddito minimo garantito ( che - detto per inciso -andrebbero presumibilmente ad aggiungersi e ad ampliare la platea dei beneficiari, e la durata temporale del beneficio, rispetto alle attuali forme assicurative Aspi e mini-Aspi introdotte dalla Legge Fornero in sostituzione dell'indennità di disoccupazione):
1) dal punto costituzionale, rappresentano un'abdicazione rispetto all'obiettivo del sostegno e incentivo al lavoro, alla congrua retribuzione e alla piena occupazione in più articoli sancito ("principio lavoristico")
2) nel contesto degli attuali di vincoli di bilancio e fiscal compact, verrebbero finanziati con tagli alla spesa o nuove imposte, determinando una semplice riallocazione di redditi con impatto sulla domanda aggregata a saldo zero
3) trattandosi, in ottica assistenzialista, di "graziose concessioni", passata l'euforia propagandistica iniziale, arriverebbe ben presto il tempo delle revisioni al ribasso del trattamento minimo
4) risultano comunque aleatorie eventuali previsioni di ricadute positive dei suddetti istituti sul potere contrattuale dei soggetti in cerca di impiego e sui livelli retributivi degli attualmente occupati. Più probabilmente, il combinato disposto di precarizzazione e reddito di cittadinanza risulterebbe di incentivo al lavoro nero (per non perdere il sussidio), alla sotto-occupazione, alla svalutazione salariale.

Come una muta di cani di Pavlov affamati e bene addestrati, gli elettori continuano a rispondere alle episodiche chiamate alle urne non più per esercitare il diritto-dovere costituzionale, bensì per riflesso condizionato dall'assordante campanella della propaganda.

Della democrazia rappresentativa in questo Paese è rimasto soltanto il guscio vuoto.

Le consultazioni elettorali continuano ad essere tautologiche: è evidente che gli allevamenti di voti sono ancora nutriti dai partiti, quanto basta per non far mancare agli stessi il consenso formalmente necessario per perpetuarsi.
Il punto di rottura consisterebbe nella creazione di un conflitto d'interessi innescato da fenomeni di "resistenza costituzionale fiscale" (per violazione iterata e manifesta degli artt. 47 e 53 Cost.).

L'equazione "decrescita = pauperismo" è irresistibile. E' la giustificazione finale dei “salvataggi”, un'arma letale al servizio delle "politiche di austerity".

Il sistema della moneta unica che alimenta l'indebitamento pubblico e privato che mantiene il governo tecnico che utilizza l'apparato burocratico che rastrella denaro dalle tasche dei cittadini può sembrare forte ma in realtà non lo è.
E' soltanto rigido, e ciò che è rigido facilmente si può rompere.

L'EuroSistema trarrebbe indubbio beneficio dall'esistenza, nei Paesi della periferia, di forze politiche o movimenti in grado di raccogliere, incanalare e infine spegnere la protesta contro bersagli secondari o apparenti.

Al Sistema un po' di antagonismo fa sempre comodo, serve a inscenare la parvenza della democrazia, l'importante è che l'opposizione non esca dal solco che il Sistema ha scavato per lei.

Pressione fiscale al 100% per mettere in ordine i conti pubblici: la troika esprime parere favorevole, il governo procede per decreto, i partiti preparano la campagna elettorale di protesta.

Cipro, Grecia, Slovenia, Italia..l'Euro è fallita, tranne per chi ha lucrato su di essa.
Non esiste, a cominciare dalla Germania, nessun progetto, nessuna volontà di unione fiscale, economica, politica dei Paesi coinvolti, solo meccanismi di indebitamento del vicinato, restituzione del debito, impoverimento, nuovo indebitamento.
La dissoluzione della moneta unica si trascinerà dietro quella dell'intera Unione Europea.
La Germania sarà chiamata ad assumersi la responsabilità politica e morale dell'escalation della tensione.
Ne dovranno rispondere, per la loro imbelle sudditanza, anche il Governo e il Parlamento di questo Paese.

Dando alle cose il proprio nome: colonizzazione per via finanziaria.

Sarebbe irrazionale anche solo pensare di uscire dall'Euro. Curioso come coloro che ogni giorno lo sostengono, siano gli stessi che al contempo si aggrappano al seguente "argomento da ultima spiaggia", con buona pace del principio di non-contraddizione:
"L'Euro è una costruzione sbagliata, ma persistendo in essa risolveremo i nostri problemi. La strada errata, percorsa sino in fondo, ci porterà a destinazione."

C'è qualche politico che possieda la lucidità e il coraggio di porre pubblicamente quella domanda che è la madre di tutte le domande?
Perché questo Paese è entrato nell'Euro?
E' impossibile trovare le risposte giuste, se prima non vengono poste le domande giuste.

Bisogna capire se chi sostiene di volere cambiare il Sistema in realtà si accontenta di cambiare soltanto le figurine che lo interpretano.

Sotto l'egida UE, i governi nostrani incaricati della curatela fallimentare stanno perfezionando la particolarissima miscela di statalismo estremo (stato di polizia fiscale, tutela degli apparati partitici e burocratici) e radicale antistatalismo (tagli alla spesa pubblica scolastica e sanitaria, mercato del lavoro selvaggio, svendite massive del patrimonio pubblico; di capitalismo (sostegno al sistema bancario-finanziario) e anticapitalismo (annientamento sistematico, a mezzo di esproprio fiscale, del ceto medio e delle PMI).

In questo Paese le parole "destra" e "sinistra" sono state talmente manipolate, mistificate, svuotate di senso, ridotte a cliché per spartirsi l'elettorato, a fronte della sostanziale indistinguibilità dei cosiddetti programmi dei partiti politici, che si dovrebbe eliminarle dal vocabolario e bandirne l'uso per sempre.

Si vuole una mappa completa e dettagliata dei poteri forti che imperversano in questo Paese? E' sufficiente scorrere l'elenco degli enti esentati dal pagamento dell'IMU.
Il principio generale dell'esenzione risiede nell'uso dell'immobile per attività non a scopo di lucro. E già qui non ci siamo: perché quale sarebbe la finalità di lucro della prima casa, soggetta a IMU? Forse offrire un tetto sotto il quale vivere?

Le nostre città sono piene di appartamenti tenuti vuoti, in attesa di essere (s)venduti. Si tratta nella maggior parte dei casi dei risparmi di una vita investiti in quello che una volta era considerato "bene rifugio".
Lo scopo della distruzione del mercato immobiliare (compravendite e locazioni), operata attraverso una vessazione che non ha eguali al mondo, non è soltanto quello di rimpolpare le casse dello Stato, bensì anche quello di spostare enormi somme di denaro mettendole nella disponibilità e sotto la gestione delle banche, come risultato della svendita forzata di case da parte di proprietari che non riescono più a mantenerle, e della parallela sottoscrizione obbligata di mutui da parte di chi non ha l'affitto come alternativa concreta.
Perché aiutare e promuovere in maniera efficace il mercato delle locazioni, sia per i proprietari che per gli inquilini, visto che la banche non avrebbero nulla da guadagnarci?

Sua Incostituzionalità IMU viola apertamente gli artt. 47 e 53 della Costituzione.
E come tutte le imposte sbagliate nel Dna, ha questo di particolare: più ci si scervella per fare finta di "migliorarla", più si riesce solo a incasinarla ulteriormente.

A che cosa serve fare opposizione politica?
A lamentarsi e sbraitare dagli scranni del Parlamento, dopo che per l'ennesima volta si è arrivati in ritardo, o si è impotenti, o si è incapaci di intervenire preventivamente?
Quante forze politiche hanno recitato in passato una parte analoga?
E che fine hanno fatto?
Naturalmente sono tutte scomparse, senza un lascito degno di memoria.
Oggi le chiacchiere stanno a zero.

Che ogni cittadino scolpisca nella propria coscienza queste parole:
Il tempo della delega in bianco deve finire ora.

Sempre più si dovrebbe essere attanagliati da un interrogativo, che non è tanto SE l'Italia uscirà dall'Euro, e neppure QUANDO uscirà, ma COME uscirà, anche se in realtà il COME uscirà è la logica conseguenza del CHI gestirà l'uscita, ed è esattamente questo che dovrebbe attanagliare.

Il potere monetario deve tornare nella mani della politica, cessando di essere quel "quarto potere autonomo" non previsto dalla Costituzione. Benissimo: ma nelle mani di QUALE politica?

Per un nuovo inizio servono menti nuove, un nuovo linguaggio in cui pensare, forse persino corpi nuovi, pronti a rendere possibili e prossimi obiettivi che paiono irraggiungibili.

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